Comunità energetica, energia condivisa
Dicembre 22, 2023by Alice LavorattiElettrico0
Quest’anno è stato convertito in legge il Decreto Milleproroghe 162/2019 che ha introdotto in Italia la Comunità Energetica Rinnovabile. Tale sistema è previsto anche dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE). In questo articolo scopriremo che cos’è una comunità energetica e come può essere utile per creare energia condivisa.
Che cos’è una comunità energetica?
Una comunità energetica è un’associazione di cittadini, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, etc. I componenti decidono di unire le proprie forze per produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale.
Grazie a questo sistema si crea una rete decentralizzata in cui viene richiesta la partecipazione attiva e consapevole di ogni membro. Da contratto, ognuno è operante in tutte le fasi di produzione, consumo e scambio dell’energia.
L’obiettivo primario è quello di promuovere una gestione sostenibile dell’energia che vada ad inserirsi all’interno di un nuovo modello energetico. Tale modello sfrutta l‘innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
Le comunità energetiche rinnovabili garantiscono la riduzione degli sprechi energetici. Non solo. Promuovono anche la condivisione di un bene primario ad un prezzo più che concorrenziale. La loro diffusione permetterà di soddisfare il fabbisogno energetico della popolazione con la conseguente promozione di nuovi modelli socio economici. Questi modelli sfruttano la sostenibilità e la circolarità abbattendo l’utilizzo dei combustibili fossili.
Ma come funzionano le comunità energetiche? Come vedremo nei prossimi paragrafi ci sono alcuni passi specifici da compiere e gli attori di questo processo si ritrovano coinvolti in un progetto unitario volto a migliorare il loro stile di vita.
Fase uno: costituzione di un’entità legale
Il primo step per creare una comunità energetica è quello di costituire un’entità legale tra i futuri soci della comunità. Per legge lo scopo di questa associazione non può essere il profitto. Ecco perché le forme di costituzione legale adottate più comunemente sono l’associazione riconosciuta o la Cooperativa.
Come secondo step è quello di individuare l’area in cui si andrà ad installare l’impianto o gli impianti di produzione, che dovranno trovarsi in prossimità dei consumatori diretti.
Per fare un esempio, se la comunità energetica viene istituita tra pubbliche amministrazioni, l’impianto fotovoltaico potrà essere installato sullo stabilimento del Comune. L’importante è che coloro che sottoscrivono il patto costitutivo possano usufruire dell’energia condivisa prodotta dall’impianto.
L’impianto non dovrà comunque necessariamente essere di proprietà della comunità, ma potrà essere messo a disposizione da parte anche di un soggetto terzo.
A questo punto non ci resta che capire come funzionano le comunità energetiche una volta messo in esercizio l’impianto. Nei prossimi paragrafi scopriremo questo dettaglio e vedremo quali sono le potenzialità di questa associazione.
Come funziona una comunità energetica?
Una volta che l’impianto è reso attivo, la comunità energetica può fare istanza al gestore dei servizi energetici per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. Tali incentivi, per legge, sono riconosciuti soltanto sull’energia condivisa ovvero quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione.
Se la produzione è superiore al consumo, l’energia eccedente verrà immagazzinata in sistemi di accumulo per poi essere utilizzata quando le fonti rinnovabili non potranno essere utilizzate.
Ciascuna comunità poi stabilisce liberamente attraverso un contratto di diritto privato come ripartire fra i membri i ricavi derivanti dall’energia prodotta.
L’esempio più facile che possiamo portare è quello di ripartire i guadagni della vendita dell’energia in eccesso in modo uguale tra i soci senza privilegiare nessuno. Incentivi invece verranno sfruttati da coloro che si sono adoperati affinché i consumi fossero aderenti alle disposizioni di legge.
In pratica, ogni membro della comunità continuerà a pagare per intero la bolletta al proprio fornitore. Periodicamente riceverà dalla comunità un importo per la condivisione dei benefici garantiti. Visto che questo importo non è passato, sarà l’equivalente di una riduzione in bolletta che permetterà un risparmio notevole dal punto di vista energetico ed economico nell’arco di un anno solare.
Vantaggi e benefici
Come abbiamo visto, una comunità energetica di fatto a non solo un impatto positivo sull’ambiente ma anche sulle persone coinvolte. Grazie ai meccanismi di incentivazione le comunità energetiche saranno in grado di produrre un reddito energetico da redistribuire risparmiando in termini di consumi e costi in bolletta.
C’è poi il beneficio ambientale della diffusione dell’energia rinnovabili, in particolare degli impianti fotovoltaici, che a loro volta implicano una diminuzione delle emissioni di CO2 responsabili dell’effetto serra.
Dal punto di vista sociale, invece, questo sistema stimola l’aggregazione sul territorio ed educa i cittadini ad una cultura rivolta alla sostenibilità urbana e a quella ambientale. Di fatto, si va a promuovere la diffusione di modelli di inclusione e collaborazione che aiutano le persone e il territorio.